Nicola Dimitri “I piccoli e grandi misteri nelle opere di Cristina Crespo”
Nicola Dimitri
“I piccoli e grandi misteri
nelle opere di Cristina Crespo“,
da Images Art & Special
Uno degli aspetti più interessanti e nel contempo intriganti nella fruizione delle opere di Cristina Crespo è il momento dell’approccio da parte del pubblico. Abbiamo avuto modo di osservare tale situazione in occasione di diverse esposizioni, principalmente in grandi kermesse con molti visitatori.
Le diverse tipologie dei fruitori si svelano istantaneamente. I distratti, i “colti”, i curiosi, gli affaristi, i veri e falsi collezionisti, i veri e falsi galleristi e “per fortuna” i sintonici.
È vero che l’artista cerca proprio questo (il sintonico) durante le sue esposizioni, ma è altrettanto vero, che l’”Opera” si deve compiere in maniera “sottile” e silenziosa.
Quando l’opera d’arte è finita, si chiude un “piccolo cerchio magico”. Un nuovo e “grande cerchio magico”, si chiude attivando il contatto con il fruitore. E qui inizia la “via crucis”. Un percorso che porterà poi, ad una rinascita o compimento “aureo”. Il rituale si esplica con fotografie, imballaggi fino alle installazioni ed esposizioni. Tutto è perfetto.
Ma perché, un artista, si prodiga con così tanta passione? Perché va in giro per il mondo, con così dolce e pesante fardello?
Tutto questo ha una spiegazione. L’artista, sia a livello conscio che inconscio, è un portatore di un atto d’amore universale più forte di lui, e lo costringe a muoversi per stabilire il contatto. L’opera sia in “progress” che finita, è un concentrato di energie e portatrice della propria spiritualità (questo vale anche per le arti non figurative).
L’opera d’arte è come una cometa che vagando, sparge energia, conoscenza e vita.
La premessa fin qui esposta, ha una valenza chiarificatrice, per cercare di svelare i piccoli e grandi misteri, delle opere di Cristina Crespo.
Si dice che, nelle discipline esoteriche tradizionali occidentali, e probabilmente in quelle orientali, l’iniziato, al raggiungimento del grado di maestro, può comprendere i “piccoli misteri”, ed è pronto per raggiungere i “grandi misteri”.
Quello che Cristina Crespo descrive a chiusura del suo testo “Lopera d’arte è un trofeo d’amore” «… era soltanto un gran turbinio di suggestioni destinate a sedimentare.» è la chiave di volta del suo fare arte. Questi sedimenti arricchiti da anni di attenti e appassionati studi la portano al compimento dell’opera.
È come se tutto questo patrimonio venisse polverizzato in un mortaio, fino ad essere reso polvere finissima e dorata, che, un pizzico per volta si materializza, come per incanto, in opere.
Queste opere, infine, impregnano così, in maniera sottile e impalpabile il fruitore disattento, affinché possa in particolari momenti, gioire di emozioni a lui sconosciute. Lo portano così a scoprire nuovi lidi, carichi di storia e di grandi passioni e, seppure in maniera latente, lo avvicinano a piccoli e grandi misteri conducendolo all’”AURUM”, per la nostra e altrui felicità.
Anche per Crespo quindi, è quanto mai indicato l’acronimo VITRIOL (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem – Visita l’interno della terra e perseverando troverai la pietra segreta) tanto caro agli antichi e odierni “alchimisti”.
Cristina Crespo quindi, cerca la “pietra segreta” e qualche volta fortunatamente per noi, la trova.
Le diverse tipologie dei fruitori si svelano istantaneamente. I distratti, i “colti”, i curiosi, gli affaristi, i veri e falsi collezionisti, i veri e falsi galleristi e “per fortuna” i sintonici.
È vero che l’artista cerca proprio questo (il sintonico) durante le sue esposizioni, ma è altrettanto vero, che l’”Opera” si deve compiere in maniera “sottile” e silenziosa.
Quando l’opera d’arte è finita, si chiude un “piccolo cerchio magico”. Un nuovo e “grande cerchio magico”, si chiude attivando il contatto con il fruitore. E qui inizia la “via crucis”. Un percorso che porterà poi, ad una rinascita o compimento “aureo”. Il rituale si esplica con fotografie, imballaggi fino alle installazioni ed esposizioni. Tutto è perfetto.
Ma perché, un artista, si prodiga con così tanta passione? Perché va in giro per il mondo, con così dolce e pesante fardello?
Tutto questo ha una spiegazione. L’artista, sia a livello conscio che inconscio, è un portatore di un atto d’amore universale più forte di lui, e lo costringe a muoversi per stabilire il contatto. L’opera sia in “progress” che finita, è un concentrato di energie e portatrice della propria spiritualità (questo vale anche per le arti non figurative).
L’opera d’arte è come una cometa che vagando, sparge energia, conoscenza e vita.
La premessa fin qui esposta, ha una valenza chiarificatrice, per cercare di svelare i piccoli e grandi misteri, delle opere di Cristina Crespo.
Si dice che, nelle discipline esoteriche tradizionali occidentali, e probabilmente in quelle orientali, l’iniziato, al raggiungimento del grado di maestro, può comprendere i “piccoli misteri”, ed è pronto per raggiungere i “grandi misteri”.
Quello che Cristina Crespo descrive a chiusura del suo testo “Lopera d’arte è un trofeo d’amore” «… era soltanto un gran turbinio di suggestioni destinate a sedimentare.» è la chiave di volta del suo fare arte. Questi sedimenti arricchiti da anni di attenti e appassionati studi la portano al compimento dell’opera.
È come se tutto questo patrimonio venisse polverizzato in un mortaio, fino ad essere reso polvere finissima e dorata, che, un pizzico per volta si materializza, come per incanto, in opere.
Queste opere, infine, impregnano così, in maniera sottile e impalpabile il fruitore disattento, affinché possa in particolari momenti, gioire di emozioni a lui sconosciute. Lo portano così a scoprire nuovi lidi, carichi di storia e di grandi passioni e, seppure in maniera latente, lo avvicinano a piccoli e grandi misteri conducendolo all’”AURUM”, per la nostra e altrui felicità.
Anche per Crespo quindi, è quanto mai indicato l’acronimo VITRIOL (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem – Visita l’interno della terra e perseverando troverai la pietra segreta) tanto caro agli antichi e odierni “alchimisti”.
Cristina Crespo quindi, cerca la “pietra segreta” e qualche volta fortunatamente per noi, la trova.
Nicola Dimitri
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