Maria Cristina Crespo – “Palestrina”, ed. LuoghInteriori (Città di Castello 2020)
Si tratta di una guida ai luoghi come non lo sono più, e ai monumenti che da tempo hanno lasciato la città.
“PALESTRINA” va ad arricchire una collana “Quaderni del Grand Tour”, ideata per celebrare, con lo spirito che caratterizza i romanisti, gli studiosi della città e della storia di Roma, il ruolo che i Castelli e i dintorni ebbero nella storia della nostra cultura. Nati nell’antichità come lussuose ville imperiali e residenze dedicate all’otium, trasformati nel Medioevo in baluardi di potere e di resistenza dalle famiglie gentilizie che controllavano l’Urbe, ai tempi del Grand Tour i Castelli Romani si trasformano in meta ideale di viaggio per gli intellettuali e per le élite internazionali che volevano formarsi attraverso l’arte, la storia, il paesaggio dell’Italia.
Questo album, concepito anche nella sua veste editoriale come la raccolta di appunti di un viaggiatore, intende nel suo insieme dare l’idea della complessità del MITO, di quanti aspetti abbiano contribuito alla trasformazione di un luogo in mito e a quanto questo abbia contribuito alla formazione di una comune cultura europea, o meglio, occidentale. Si è cercato, senza tradire lo spirito dell’album che parla soprattutto per immagini, di restituire, anche attraverso alcune traduzioni di testi rarissimi, la passione e la ricerca di quanti hanno amato questi luoghi, seppure da passanti, da stranieri, perfino, in qualche caso, da predatori dell’archeologia. Si scopre così che in un luogo ai più sconosciuto degli Stati Uniti esiste un museo dedicato agli americani che viaggiarono e raffigurarono l’Italia (la Collezione McGuigan a Harspwell , nel Maine), che grandi artisti come Turner e Bocklin lasciarono di questi luoghi immagini memorabili. L’insieme di queste immagini, radunate per l’occasione e in molti casi acquisite per la prima volta, rende la ricchezza di questa città e dei suoi dintorni. L’autrice ha cercato di conciliare una successione cronologica, dall’antichità al Novecento, con la storia di chi intese raccontarla, laddove, ad esempio, il periodo paleocristiano è commentato da quadri e affreschi ottocenteschi, in modo che l’album possa servire contemporaneamente da breve guida alla città, a ciò che non è più o non è mai stato nel luogo e agli artisti che lo onorarono esportandolo in tutto il mondo.