Maria Cristina Crespo
"Maestra di Feticcetti",
(Il procedimento)
"I più bei fili per fare i capelli li ho trovati
in un suk di Marrakech.
Le scatole in legno che contengono
le mie composizioni me le costruisce
il falegname di Trilussa, Franco,
che realizzò anche la sua libreria
e del quale ho trascritto
la storia e le memorie..."


Il procedimento è una componente del contenuto; se questi oggetti fossero dei semplici assemblaggi e non metamorfosi di materia, stratificazioni, alchimie, non avrebbero lo stesso significato. Il metodo è sempre una componente del messaggio, non fa niente se poi alla fine gran parte del lavoro rimane segreta, è una follia che comunque rende le opere concettuali.
Per realizzare uno di questi lavori ho individuato almeno tredici fasi (!), ognuna delle quali richiede più giornate di lavoro.
1) ricerca e realizzazione del SUPPORTO, scatola, contenitore, box, teca o teatrino che sia. 2) realizzazione o ricerca della CORNICE che è parte integrante dell’opera e che deve esserci in partenza, perché le figure spesso vi si appoggiano. 3) ricerca o realizzazione del FONDALE che può essere un oggetto come un arazzo indiano o dipinto su legno in acrilico. 4) realizzazione dei PERSONAGGI, dapprima l’anima di fil di ferro, poi la testa in stucco essiccato, quindi trattata con garza, gesso e vinavil e lisciata. 5) modellamento del CORPO in nylon imbottito, usando calze dismesse intrecciate alla maniera delle garze sulle mummie egizie: il risultato è una forma compiuta, resistente ma che ci si possano cucire i vestiti sopra. Occorrono almeno 6 o 7 collant a personaggio. 6) attaccatura dei CAPELLI (in filo di seta trovato in Cina o ereditato da vecchie zie, o in stoppa da idraulico. A volte i capelli devono essere messi in piega con degli stuzzicadenti. Poi si possono acconciare o tagliare. 7) si può ora dipingere il VOLTO, prima di vestirlo e comporlo sul fondo. 8) Parte dei VESTITI deve essere applicata prima di comporre la figura sul fondo e prima ancora di finirla di modellare (le mani vanno messe dopo aver infilato le maniche). Quindi si può comporre e fondere la FIGURA CON IL FONDO. Un filo di ferro unisce il retro del quadro al personaggio che in qualche caso rimane libero di muoversi. Questo non è virtuosismo ma libertà di impostare le cose e cambiarle fino all’ultimo, rendendo un aria di “immediatezza” a tutta la composizione. 9) I vestiti sono cuciti in parte a macchina e in parte a mano direttamente sulla figura. Solo a vestito ultimato si potranno realizzare le gambe o i piedi. Per questo una statuina cotta in forno non potrebbe servire (oltre a risultare molto più fragile). I NUDI o le parti scoperte vengono solidificati con un rivestimento in garza incollata poi trattato e lisciato. 10) se le mani tengono qualcosa l’unione deve avvenire prima ancora di modellarle. Alla fine l’oggetto e la mano risulteranno un tutt’uno. 11) Mani piedi o gambe vanno accompagnati al resto del corpo attraverso l’uso della garza incollata e del trattamento solidificante. 12) La figura e il fondo hanno spesso dei piani intermedi, paesaggi o composizioni in cartapesta o a base di polistirolo solidificato, di stoffe ingessate e poi indurite, oggetti trovati, ognuno dei quali ha una storia a sua volta ricca di valore. 13) Va rivisto tutto l’insieme, rifinito con applicazioni varie di stelline, perline, fiori di stoffa. Ho scoperto da poco di avere una trisavola specializzata in teche con i santini e le piante ricamate a perline

Maria Cristina Crespo

I PERSONAGGI

Sono modellati con ago e filo per poter poi applicare i vestiti.
Le parti in creta non possono essere cotte un volta “fuse”
con il fondo di legno, ma sono trattate in modo
da diventare indistruttibili: prima con garza incollata
e poi con vari strati di gesso e vinavil
che danno un effetto liscio alle superfici.
Il prodotto finito ha un anima di feticcio
ma un corpo modellato come una scultura.